Gonnosnò (in sardo campidanese Gonnonnò) deve probabilmente il nome alla radice gonnos, che significa “ monte, altura ”, e un suffisso neòs che può significare sia “ nuovo ” che “ tempio ”.

In entrambi i casi, si fa comunque riferimento ad un’altura ma, più che indicare una determinata collina della zona, probabilmente il nome si riferisce all’intero altopiano della Giara, e alla circostante zona collinare, ai cui piedi si trova questo paese.

Siamo in provincia di Oristano: Gonnosnò è un piccolo paese dell’entroterra che non conta nemmeno mille abitanti e che si trova a circa duecento metri sopra il livello del mare. Il territorio, a testimonianza di una presenza umana che risale ai tempi più antichi della storia dell’uomo, presenta alcuni interessanti siti archeologici: in particolare vi troviamo monumenti dell’età nuragica come il tempio nuragico a pozzo di San Salvatore, le tombe dei giganti di is Lapideddas, il Nuraghe Emmauru, il Nuraghe Marafiù, Nuraghe Nieddio, Nuraghe su Nuraxi e il Nuraghe Tramatza. Non manca neppure una necropoli di epoca romana.

La località di Figu, frazione che si trova nel comune di Gonnosnò e che secondo la leggenda deve il nome ad un mitico omonimo bandito (anche se più probabilmente il nome è dovuto alla folta presenza di alberi di fico) è spesso citata nei libri di storia della Sardegna: è infatti il primo posto sull’isola dove, nel 1678, venne fondato il Monte Granatico.

 
   
 
 

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