Il Museo Archeologico comunale di Santadi è stato inaugurato nel 2001 dal Ministero dei Beni Culturali, della Soprintendenza Archeologica e del Dipartimento di scienze Archeologiche e Storiche Artistiche dell’ Università di Cagliari.
Santadi è divenuto luogo di interesse archeologico in seguito al ritrovamento, nel 1968, del tempio ipogeo di Su Benatsu, che conservava numerossissimi reperti quali anfore, vasi e suppellettili.
Il percorso museale segue un criterio cronologico ed è suddiviso in quattro sale. La prima sala è dedicata al Neolitico e all’Enolitico fino alla civiltà del Bronzo, con un’attenzione particolare ai reperti appartenenti alla Cultura di San Michele: ciotole, oggetti in ossidiana, un pugnale della Cultura Campaniforme e monili in argento.
La seconda sala presenta numerose vetrine con oggetti ascrivibili alla Cultura del Bonnanaro: ciotole e bicchieri, presine a linguetta, pugnali e corredi funerari. La sala si conclude con la teca dedicata a un corredo funerario dell’età imperiale romana.
La terza sala, visibile dall’alto, raccoglie una nutrita serie di vasellame, e la quarta sala conserva i reperti di maggiore dimensione e di pregevole fattura, come coppe con piede a tromba, pugnali in rame, coltelli in selce, lucerne e ceramiche. Il museo offre la possibilità di effettuare visite guidate.
Dove si trova
Il Museo Archeologico comunale è situato in via Umberto I n° 17 nel comune di Santadi, in provincia del Sud Sardegna.
Come arrivare al Museo Archeologico comunale di Santadi
Per raggiungere il museo, partendo dal municipio di Santadi in piazza Guglielmo Marconi n° 1, basta procedere a piedi in direzione sud per 30 metri, svoltare a sinistra ed entrare in via Umberto I. Dopo 140 metri si è arrivati a destinazione.