Tra gli abiti tradizionali della Sardegna, il costume sardo di Bono, centro principale della regione storica del Goceano, in provincia di Sassari che ha dato i natali al patriota sardo Giovanni Maria Angioy, è sicuramente uno dei più raffinati per foggia e tessuto.
Messo in mostra in diverse rassegne folkloristiche dell’isola, è possibile ammirare il costume tipico del capoluogo costerino, oltre che durante la tradizionale sfilata della Cavalcata Sarda, soprattutto in occasione delle celebrazioni di San Raimondo Nonnato, festa patronale del paese.
Abito tradizionale femminile
La donna di Bono veste, in tutta la sua austerità e fierezza, con un copricapo comune a tutti i paesi del Goceano (sa liadura): composto da due fazzoletti di tela e seta bianca che passano sotto la gola e vengono legati dietro la nuca.
L’abito tradizionale femminile del costume sardo di Bono comprende inoltre una camicia di tela bianca con ricami in pizzo (sa camisa), un corpetto di panno rosso o viola ricamato a fiori sulla schiena (su corittu) e maniche di velluto in seta chiuse ai polsi da otto bottoni d’argento (sa buttonera). La gonna del costume tradizionale di Bono è di panno nero con balza di velluto o panno rosso (sa unedda). Il grembiule è di raso viola o rosso ricamato nell’estremità inferiore con motivi floreali (sa fardita).
L’abito tradizionale femminile da vedova è nero con lo stesso taglio del costume da cerimonia e un copricapo di tibet nero (su mucadore). Il corredo di gioielli, oltre ai bottoni della camicia (sos buttonese), comprende anche le spille che fissano il copricapo (sas aguzzasa) e la catena d’oro (sa cadenitta).
Abito tradizionale maschile
L’abito tradizionale maschile del costume sardo di Bono è composto dal classico copricapo di panno nero (sa berritta); la camicia di tela bianca; il gilet di panno nero rivestito in velluto (su corpette); il gonnellino in orbace o panno nero con il bordo in velluto (sa gonna) e i pantaloni larghi di tela bianca (sas ragasa) coperti nel polpaccio dalle ghette nere (sa carxasa).