Il carnevale di Santu Lussurgiu, comune situato nella regione storica del Montiferru, in provincia di Oristano, si identifica con la tradizionale corsa a pariglie detta Sa carrela ‘e nanti (la strada che si trova davanti), dal nome antico della via dove tradizionalmente si svolge l’evento, rinominata “ via Roma ” in periodo recente.
La manifestazione ha origini risalenti ai tempi dei giudici di Arborea e dei viceré spagnoli ed è attualmente tra le più spericolate e spettacolari corse di cavalli della Sardegna.
I cavalieri mostrano agli spettatori e ai loro concittadini una grande abilità, frutto di mesi di allenamento, e una compostezza dettata da regole scritte che hanno origini nelle esercitazioni e nelle tradizioni delle cavallerie leggere; essi devono essere rigorosamente nativi di Santu Lussurgiu e devono indossare la famosa maschera tradizionale o avere il viso dipinto.
L’abbigliamento del cavaliere, Sa mascherada, è ricco di colori e può ricordare i costumi spagnoli, le casacche dei fantini o l’antico costume tipico del paese che, in questo caso, è costituito da un giubbotto d’orbace (capotinu ‘e fresi), un corsetto di pelle (cossu ‘e pedde ‘e itellu) e il caratteristico copricapo sardo (berretta longa).
Le celebrazioni del carnevale di Santu Lussurgiu si svolgono in tre giornate: la domenica di carnevale i cavalieri si presentano a s’iscappadorzu, il punto in cui hanno inizio le corse (sas carrelas), da soli (a sa sola), in coppia (pareza ‘e duos) oppure in gruppi di tre (pareza ‘e tres) o quattro (paresa ‘e bator); il lunedì, chiamato su lunisi de sa pudda, il cavaliere al galoppo deve buttare a terra un fantoccio dalle sembianze di una gallina, servendosi di un lungo bastone (su fuste ‘e ortzastru); il martedì lo spettacolo si chiude con la premiazione dei cavalieri che hanno colpito più galline e delle tre migliori pariglie mascherate.
Il carnevale di Santu Lussurgiu non è soltanto il più spettacolare tra i carnevali sardi, ma è anche uno dei più partecipati e, di conseguenza, pericolosi: la folla si apre infatti di colpo al passaggio del cavaliere, per poi richiudersi alle sue spalle senza alcuna barriera che delimiti il percorso.