Maria Carta nacque a Siligo, in provincia di Sassari, il 24 giugno del 1934 e visse una vita serena fino all’età di otto anni, quando perse il padre a causa di una grave malattia. Cominciò quindi molto presto a conoscere le fatiche della vita, aiutando la famiglia nel lavoro.
Fin da bambina, Maria Carta mostrò di avere una grande capacità vocale e intraprese successivamente la carriera di cantante, riuscendo a portare la musica folk sarda anche in manifestazioni nazionali, come Canzonissima nel 1974, e internazionali, soprattutto in Francia e negli Stati Uniti.
Un altro aspetto della vita artistica di Maria Carta fu la sua attività di poetessa che la portò, nel 1975, alla pubblicazione di una serie di componimenti incentrati sugli uomini e i paesaggi della Sardegna, della sua cultura e delle sue passioni, raccolti in una silloge dal titolo Canto Rituale.
Maria Carta, nel corso della vita, affascinò con la sua presenza scenica registi del calibro di Francis Ford Coppola e Franco Zeffirelli, che la chiamarono a recitare nei loro film: Il Padrino – parte seconda, in cui interpretò la madre di Vito Corleone, e Gesù di Nazareth.
Svolse anche attività teatrali recitando nel 1976 in Medea, nel 1989/90 ne Le Memorie di Adriano e nel 1992 nella rappresentazione A piedi nudi verso Dio. Maria Carta si innamorò follemente di Roma, dove visse per molti anni diventando anche Consigliere comunale, dal 1976 al 1981, nelle file del Partito Comunista Italiano.
Nel 1991, il suo corregionale e allora presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, la nominò commendatore della Repubblica.
Maria Carta morì nella sua casa di Roma il 22 settembre 1994, in seguito a una grave malattia, a lei dedicato il Museo Maria Carta, gestito dalla Fondazione Maria Carta, nato con lo scopo di far conoscere la figura di questa donna eccezionale che è stata poetessa, attrice, musicologa e interprete della musica popolare sarda.