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Emilio Lussu

Emilio Lussu nacque ad Armungia, in provincia del Sud Sardegna, il 4 dicembre del 1890, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Si laureò presso l’Università di Cagliari nella Facoltà di Giurisprudenza e prese parte alla Prima Guerra Mondiale come ufficiale della Brigata Sassari, con la quale combatté gli austriaci sul Carso. Quell’esperienza gli ispirò la scrittura di Un anno sull’Altipiano, tragico resoconto della drammatica vita dei soldati sul fronte.

Fondatore nel 1919 del Partito Sardo d’Azione, negli anni del fascismo fu un fiero oppositore del regime, tanto da venir sistematicamente perseguitato: aggredito più volte, fu condannato al confino a Lipari dal Tribunale Speciale. Durante la segregazione, Emilio Lussu fece la conoscenza di Fausto Nitti e Carlo Rosselli, con i quali organizzò la fuga nel 1929, arrivando prima in Tunisia e poi a Parigi, dove entrò in contatto con numerosi politici e intellettuali italiani antifascisti. Nel 1930, insieme a Rosselli e Gaetano Salvemini, Lussu fu tra i fondatori del movimento antifascista Libertà e Giustizia.

Durante la sua permanenza a Parigi conobbe Joyce Salvatori, una poetessa fiorentina di origine marchigiana, della quale si innamorò e che sposò pochi anni dopo. A questi anni risalgono le opere principali di Emilio Lussu, tra le quali si ricordano La Catena del 1929 e Marcia su Roma e dintorni del 1933. Sempre nel 1933, durante la convalescenza per un intervento chirurgico ai polmoni, Lussu scrisse Teoria dell’insurrezione e tra il 1936 e il 1937 si dedicò alla stesura della sua opera più importante: Un anno sull’Altipiano, ironico e profondo diario sul secondo anno di trincea della Grande Guerra.

Nel 1943 rientrò in Italia e divenne segretario del Partito d’Azione per il centro-sud. Nel secondo dopoguerra, fu ministro all’Assistenza postbellica nel primo governo di unità nazionale dell’Italia libera presieduto da Parri e ministro per i Rapporti con la Consulta nel successivo governo De Gasperi. Dedicò l’operosa vecchiaia alla saggistica: rimasto sempre legato alla Sardegna, sua terra natale, ne discusse i problemi fino all’ultimo. Ad Emilio Lussu, che morì a Roma il 5 marzo del 1975, sono intitolati un Centro Studi, numerose scuole, strade, biblioteche e circoli culturali, in primis Il Museo Emilio e Joyce Lussu.

 
 
   
 
 

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