Il carnevale di Lula, comune situato nella provincia di Nuoro, è famoso per una delle più impressionanti maschere del carnevale sardo: Su Battileddu (la vittima).
I personaggi rappresentati da queste maschere tradizionali vestono con pelli di pecora o montone, hanno il volto sporco di fuliggine e di sangue e la testa ricoperta da un fazzoletto nero femminile sovrastato da corna caprine, bovine o di cervo, attorno alle quali è intrecciato uno stomaco di capra (sa ‘entra ortata).
Sulla pancia, sotto i tipici campanacci (marrazzos), tengono legato, seminascosto dagli strumenti, uno stomaco di bue pieno di sangue e acqua (su chentu puzone) che ogni tanto viene bucato per bagnare la terra e fertilizzare in questo modo i campi.
Su Battileddu è seguito, nel suo cammino, dai Battileddos Gattias: uomini travestiti da vedove che indossano gambali maschili; queste maschere cullano una bambola di pezza che porgono alle giovani donne individuate tra la folla, chiedendo loro di allattarla, mentre intonano canti funebri (sos attitos) in onore della vittima del carnevale.
Durante la sfilata del carnevale di Lula, le Gattias, sedute in cerchio insieme ad alcune persone del pubblico “ obbligate ” ad unirsi al gruppo, mettono in scena il gioco del “ pizzica ma non ridere ” (pitzilica e non rie), pizzicandosi appunto l’un l’altro senza ridere, per non pagare il pegno che solitamente consiste nel versare da bere.
Il corteo è seguito anche da Sos Battileddos Massajos, ovvero i custodi del bestiame, vestiti da contadini, con il viso imbrattato di fuliggine, che portano con sé pungoli e funi di cuoio (socas) con le quali la vittima viene legata, percossa e trascinata fino a farla morire.
L’origine dei costumi tradizionali di Lula rimanda a teorie legate ai riti dionisiaci, con la rappresentazione della passione e della morte del dio e, più in generale, ai riti agrari e arcaici tipici di tutti i carnevali del centro Sardegna con la tematica della fecondazione della terra con il sangue.
Il nome della maschera, Su Battileddu, trova probabilmente origine nel termine “ battile ” che in sardo vuol dire inutile, straccio, buono a nulla; anche se bathileios, in greco, significa ricco di messi ed è uno dei tanti nomi attribuiti al Dio Dioniso: la maschera rappresentava infatti colui che avrebbe resto fertili i campi; secondo altre ipotesi, invece, il carnevale di Lula descriverebbe la lotta tra il bene e il male.