L’Ardia è la manifestazione tradizionale tipica di Sedilo, paese in provincia di Oristano, che si svolge il 6 e il 7 luglio di ogni anno e consiste in una processione a cavallo che culmina in una corsa finale verso il santuario dedicato all’imperatore romano Costantino, chiamato dagli abitanti del luogo Santu Antinu.
Il rituale dell’Ardia di Sedilo ha inizio nel momento in cui tre capicorsa ricevono dal sacerdote gli stendardi benedetti (sas pandelas) di tre colori diversi: giallo, rosso e bianco; il parroco nomina alcuni mesi prima il capocorsa (prima pandela) che avrà cura di nominare a sua volta il secondo e il terzo cavaliere (sa segunda e sa terza pandela); a questi ultimi e a un manipolo di cavalieri scelti è affidato il compito di impedire agli altri partecipanti alla corsa, rappresentanti i pagani, di superare il primo cavaliere.
Se il sorpasso dovesse avvenire, esso rappresenterebbe la vittoria del paganesimo sul cristianesimo, oltre che un terribile affronto per i partecipanti: il termine Ardia, infatti, deriva dalla parola bardiare che significa proteggere e fare da guardia.
In seguito alla celebrazione della santa messa, il corteo raggiunge infine la casa del parroco dove i cavalieri riconsegnano gli stendardi. Poco tempo dopo la manifestazione che vede protagonisti i cavalieri, viene inoltre svolta l’Ardia a piedi, con un programma identico all’evento principale ma privo di cavalli, molto sentita e partecipata dai giovani del paese.
L’Ardia di Sedilo è tristemente famosa anche per la sua pericolosità e quasi ogni anno al centro di numerose e accese polemiche: non mancano infatti incidenti che coinvolgono cavalli, partecipanti e spettatori per l’assenza di barriere che delimitano il tratto della corsa e per l’alta velocità con la quale i cavalieri affrontano il percorso verso il santuario.