Enrico Berlinguer nacque a Sassari il 25 maggio del 1922, in una famiglia della medio-borghesia cittadina. Cugino di terzo grado di Francesco Cossiga, si diplomò al Liceo Classico Azuni e nel 1943 si iscrisse al Partito Comunista Italiano, organizzando la sezione sassarese.
Nel 1944, la popolazione spinta dalla fame saccheggiò i forni della città e Berlinguer fu arrestato e trattenuto in carcere per tre mesi, con l’accusa di aver istigato la protesta; successivamente fu prosciolto da ogni imputazione e rilasciato.
Dopo la scarcerazione, il padre lo portò a Salerno e gli presentò Palmiro Togliatti, un suo ex compagno di scuola a Sassari, che riponendo in lui massima fiducia lo nominò nel 1960 responsabile dell’organizzazione del partito.
Alla morte di Togliatti, Enrico Berlinguer sostituì Giorgio Amendola nel ruolo di coordinatore del PCI. Durante la malattia di Longo, assunse la guida effettiva del Partito Comunista e venne nominato segretario nel 1972.
Con Berlinguer divenne fondamentale, nella propaganda del PCI, la cosiddetta “ questione morale ” e la denuncia alla corruzione dei partiti politici.
Il grande e inaspettato successo elettorale del 1975 e del 1976 destabilizzò il sistema politico italiano e, nel 1976, Enrico Berlinguer ruppe con il Partito Comunista sovietico contribuendo di fatto alla nascita del cosiddetto “ eurocomunismo ”.
La scelta di Berlinguer non venne però premiata e nel 1978 il leader comunista incontrò Aldo Moro per agevolare l’entrata del PCI nel governo.
Le forze politiche di destra, e persino gli Stati Uniti e il Vaticano, si opposero fermamente a questa prospettiva e nel paese cominciarono i problemi legati al terrorismo: due mesi dopo le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro e lo uccisero, decretando la fine del “ compromesso storico ”.
Nel 1981, Enrico Berlinguer accusò la classe politica italiana di corruzione e denunciò la capillare presenza dei partiti nelle strutture statali e universitarie.
Durante il comizio per la conclusione della campagna elettorale alle europee dell’11 giugno 1984, Enrico Berlinguer, che tuttora viene ricordato come probabilmente il più grande leader che la sinistra italiana abbia mai avuto, venne colpito da un ictus e morì poco dopo a Padova.