Giuseppe Fiori nacque a Silanus, in provincia di Nuoro, il 27 gennaio del 1923. Conseguì la laurea in Giurisprudenza e iniziò immediatamente la carriera giornalistica, lavorando prima con il quotidiano regionale “ L’Unione Sarda ” e successivamente nella sede Rai di Cagliari; nel corso della sua lunga carriera fu inoltre vicedirettore del TG2 e direttore della testata romana “ Paese Sera ”. Si occupò anche di politica ricoprendo la carica di senatore, nelle fila della Sinistra Indipendente, per ben tre legislature.
Nella prima metà degli anni Sessanta, Fiori si cimentò con discreto successo in tre diversi stili di scrittura: la narrativa, il reportage e la biografia. Per quanto riguarda la produzione puramente letteraria, viene oggi ricordato soprattutto per il romanzo di formazione Sonetàula (1960), da cui il regista dorgalese Salvatore Mereu ha tratto l’omonimo film; per quanto concerne invece il reportage, vale la pena citare in particolare Baroni in laguna, appunti sul medioevo in un angolo d’Italia a metà del XX secolo (1961); mentre tra le opere biografiche spicca su tutte Vita di Enrico Berlinguer (1989).
Come scrittore, Giuseppe Fiori viene collocato nel filone della cosiddetta “ Nuova Letteratura Sarda ”, al fianco di esponenti del calibro di Sergio Atzeni, Giulio Angioni e Salvatore Mannuzzu.
Tra le sue opere migliori, secondo i critici, vi sono soprattutto le biografie e i saggi storici, come Vita di Antonio Gramsci (1966); Vita di Michele Schirru (1983); La società del malessere (1968); Il cavaliere dei Rossomori. Vita di Emilio Lussu (1985); Gramsci Togliatti Stalin (1991); Uomini ex. Lo strano destino di un gruppo di comunisti italiani (1993); Antonio Gramsci, vita attraverso le lettere (1994) e Il venditore. Storia di Silvio Berlusconi e della Fininvest (1995).
Giuseppe Fiori morì nella capitale il 17 aprile del 2003, all’età di ottant’anni; a lui è stata intitolata una via nel parco botanico di Villa Fiorelli a Roma.