Maria Giacobbe è nata a Nuoro nel 1928 e all’età di trent’anni, nel 1958, si è trasferita in Danimarca, precisamente a Copenaghen, con il marito, lo scrittore Uffe Harder. Durante questi anni si è avvicinata alla scrittura e ha iniziato a realizzare una serie di romanzi e saggi che hanno riscosso un notevole successo, ricevendo anche numerosi premi e riconoscimenti, sia in Italia che in Danimarca.
Nel 1957 ha esordito con quello che rimarrà forse il suo libro più celebre, “ Diario di una maestrina ”, con il quale ha vinto il premio Viareggio come Opera prima e la Palma d’Oro dell’Unione Donne Italiane. L’opera è stata tradotta in circa quindici lingue e, in seguito a questi positivi riscontri, Maria Giacobbe si è dedicata a tempo pieno alla scrittura narrativa, saggistica e giornalistica sia in italiano che in danese.
Nel 1975 ha pubblicato il libro sulla sua città natale e i suoi avi intitolato “ Le radici ”; nel 2000 il regista Giovanni Columbu ha realizzato un film tratto dal suo romanzo “ Gli arcipelaghi ”; dal 2008 è presidente del Comitato degli scrittori danesi per la difesa della libertà di espressione.
Nel corso della sua carriera, la scrittrice concittadina di Grazia Deledda, ha dato alle stampe oltre dieci libri in due differenti lingue; tra le sue opere più importanti si ricordano in particolar modo, oltre a quelle già citate, “ Piccole cronache ”, del 1961; “ Male Kronike ”, del 1963; “ Il mare ”, del 1967; “ Eurydike ”, del 1970; “ Maschere e angeli nudi: ritratto d’infanzia ”, del 1999; “ Scenari d’esilio. Quindici parabole ”, del 2003 e “ Chiamalo pure amore ”, del 2008. Attraverso le sue opere, Maria Giacobbe ha contribuito in modo notevole alla conoscenza della cultura sarda nel paese scandinavo e di quella danese in Italia.