Peppino Mereu nacque a Tonara, comune in provincia di Nuoro, il 14 gennaio del 1872. Pur essendo il figlio del medico del paese, la sua vita fu tutt’altro che semplice: il padre morì dopo aver bevuto del veleno scambiandolo per liquore e la madre si spense qualche anno prima.
Nonostante non si abbia alcuna notizia sulla natura dei suoi studi, regolari o da autodidatta, i riferimenti letterari presenti nei componimenti di Peppino Mereu, passato alla storia come lo “ scapigliato di Barbagia ”, fanno pensare che il poeta abbia svolto attività educative e formative.
All’età di diciannove anni si arruolò nell’Arma dei Carabinieri e vi rimase per circa cinque anni; durante questo periodo, Peppino Mereu partecipò ad alcune gare di poesia estemporanea, sfidando poeti più anziani e riuscendo a ottenere spesso risultati eccellenti.
Da sempre cagionevole di salute, durante l’ultimo anno da militare si aggravò e, dopo aver trascorso vari periodi nell’infermeria di Sassari e di Cagliari, venne congedato il 6 dicembre del 1895.
Rientrato nel suo paese natale, Peppino Mereu visse per qualche periodo con uno dei suoi nove fratelli, ma dopo una serie di incomprensioni e discussioni si trasferì a Muragheri, una zona di Tonara, dove tirò avanti grazie all’aiuto di molti compaesani. Iniziò a cantare nei matrimoni, partecipò ad alcune gare poetiche e compilò documenti per conto di altre persone, essendo uno dei pochi alfabetizzati del paese in grado di scrivere.
Tra le opere più importanti dello “ scapigliato di Barbagia ” si ricordano le poesie Galusé, Lamentos d’unu nobile, Dae una losa ismentigada e A Nanni Sulis – nota come Nanneddu Meu e cantata da molti artisti sardi, tra i quali Andrea Parodi con i Tazenda, in versione pop/folk o a tenore.
Peppino Mereu morì l’11 marzo del 1901 all’età di ventinove anni, probabilmente per diabete, sebbene la causa della sua morte sia tuttora sconosciuta. Malgrado la giovane età, Mereu viene ancora ricordato come uno dei più importanti e rappresentativi autori in lingua sarda.