Salvator Ruju nacque a Sassari il 6 maggio del 1878 e fu un poeta, scrittore e giornalista italiano noto, per quanto riguarda le opere scritte in sassarese, con lo pseudonimo Agniru Canu. Terminati gli studi liceali, Ruju iniziò la sua produzione poetica e si laureò in Giurisprudenza; all’età di 24 anni si trasferì a Roma dove iniziò a studiare Lettere e, grazie all’appoggio della conterranea Grazia Deledda, riuscì a farsi notare ed essere apprezzato nell’ambiente culturale del tempo.
Nel 1908 prese la seconda laurea in Lettere presso l’Università di Catania, con una tesi su Petrarca, e iniziò a lavorare come insegnante impartendo anche lezioni private. Durante il corso della sua vita, Salvator Ruju si dedicò inoltre al giornalismo: collaborò con numerose testate e riviste come “ Sardegna ” di Attilio Deffenu, “ La Nuova Sardegna ”, “ Il Tempo di Roma ”, “ L’isola ”, “ Rivista Sarda ”, “ La Regione ”, “ Il Nuraghe ”, “ Mediterraneo ” e “ Fontana Viva ”.
Dopo gli esordi con le raccolte in versi A Vent’anni e Palmira, entrambe divulgate alla fine dell’Ottocento, e i saggi degli inizi del Novecento, Le tendenze estetiche di Pietro Aretino e L’antifemminismo di Francesco Petrarca, nel 1956 pubblicò la raccolta poetica Agnireddu e Rusina e l’anno successivo quella che probabilmente risulta essere ancora oggi la sua produzione letteraria più conosciuta, Sassari vèccia e nòba (Sassari vecchia e nuova); nel 1961 diede alle stampe l’opera Ore del mio giardino e nel 1963 Memoria di un figlio.
Salvator Ruju morì nella sua città natale il 21 giugno del 1966 e, nel 1980, nella piazza a lui intitolata, venne collocato un suo ritratto eseguito da Gavino Tilocca. A Salvator Ruju è inoltre dedicato il premio di poesia “ Agniru Canu ” istituito nel 1978. Recentemente la sua famiglia ha donato alla Biblioteca Universitaria di Sassari alcune carte del poeta, comprendenti manoscritti, ritagli di giornale, quaderni con appunti vari, cartoline e diverse lettere scritte da alcuni letterati del Novecento come Attilio Deffenu, Sebastiano Satta, Antonio Scano e tantissimi altri.