Ardauli (in sardo campidanese Ardaule), in provincia di Oristano, è un comune di poco meno di mille abitanti il cui nome deriva dall’illirico “ ar-daute ” che significa “ nei pressi del fiume ”: Ardauli sorge infatti lungo le sponde di un fiume, il Tirso.
La piattaforma su cui sorge il paese, chiamata “ Culunzu Pertuntu ” (cioè “ la rocca forata ”), secondo una leggenda fungeva da ormeggio per le imbarcazioni negli antichi tempi in cui il mare arrivava fino a quella che oggi è la valle sottostante il centro. A prescindere dalla veridicità o meno di questa leggenda, essa fa capire quanto il popolamento di Ardauli, o perlomeno della sua zona, sia antico e lontano nel tempo: il territorio, da sempre decisamente fertile, conserva infatti numerose tracce non solo della presenza umana, ma anche delle attività agricole che qua vi si tenevano; non mancano infatti resti di mulini, macine e grosse vasche per la lavorazione dell’uva chiamate “ lacos ”.
L’edificio più interessante di Ardauli è sicuramente la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Guardia, realizzata in stile gotico-catalano ad inizio del XVII secolo. Singolare la storia della sua realizzazione: il rettore Sebastiano Dessì alla sua morte destinò i propri averi per una nuova chiesa la cui realizzazione venne da lui “ ordinata ” esplicitamente nelle volontà testamentarie; fu quindi il successore Giossanto Cossu ad adempiere alle sue volontà e far costruire questo edificio di culto.
Si tratta di una chiesa ad una sola navata con quattro cappelle su ogni lato, un grosso rosone che adorna la facciata e una torre campanaria leggermente più recente (è settecentesca). Nel comune di Ardauli si segnala anche una chiesetta campestre, San Quirico, che si affaccia direttamente sulle rive del lago Omodeo. Essa è circondata da alcune abitazioni tradizionali chiamate “ cumbessias “.