Bidonì (in sardo campidanese Bidoniu), in provincia di Oristano, non è solo uno dei comuni meno abitati della Sardegna (centocinquanta abitanti), ma anche uno dei più piccoli per estensione, contando appena undici chilometri quadrati.
Siamo del resto nel cuore della Sardegna, vicino al lago Omodeo, lungo i monti del Marghine: il paesaggio che si gode dal paese, o lungo la strada che si percorre per arrivarvi, è davvero magnifico.
I primi documenti che testimoniano l’esistenza di Bidonì risalgono al 1100, tuttavia la presenza umana nel territorio si perde nella notte dei tempi, e non mancano di quanto appena detto le prove archeologiche, che spesso sono anche siti che meritano una visita. Non è però visitabile uno di questi insediamenti nuragici, visto che con i secoli è finito col venire sommerso proprio dal già citato lago Omodeo.
Più recente, ma non per questo meno interessante, è il Tempio di Giove, risalente al 50 a. C., situato sul colle S’Onnarìu, non lontano dal paese. Nel territorio di Bidonì si trovano anche due chiesette campestri, quella di San Pietro (XII secolo) e quella di Santa Maria (XIII secolo).
Il comune di Bidonì offre numerose feste che vi si svolgono non solo d’estate: ad esempio la Sagra dell’agnello, in cui ai visitatori è data la possibilità di mangiare carne cucinata secondo le ricette tradizionali, si tiene il Lunedì dell’Angelo. Si consiglia una visita alla sede del vecchio Municipio dove si trova il museo S’omo ‘e sa Majarza, detto anche La casa della strega, un viaggio nella superstizione e in racconti incredibili popolati da folletti, diavoli e streghe in un crescendo di magia, fascino e mistero della Sardegna.