Nonostante nel suo territorio non manchino le immancabili tracce di epoca nuragica, e pure resti di età romana, è solo dal medioevo che ha origine il centro abitato di Curcuris (in sardo campidanese Crucuris). Siamo in provincia di Oristano, nella Marmilla, in un territorio dell’entroterra composto da colline destinate all’agricoltura e al pascolo oppure coperte da boschi e macchia; è una zona attraversata dal rio Sa Murta e comunque molto ricca d’acqua, il che rende agevoli le attività agro pastorali.
Nel centro di Curcuris, paese oggi abitato da poco più di trecento persone, spiccano due interessanti chiese. La chiesa della Beata Vergine Assunta è un sobrio edificio risalente al XIV secolo ottimamente conservato grazie a recenti lavori di restauro: la porta a ogiva sul lato ad est e il campanile a vela sono originari.
La chiesa parrocchiale di San Sebastiano risale invece al XVI secolo, fu costruita in forme tardogotiche ma subì variazioni non di poco conto nel corso dei secoli. Si presenta con una sola navata con cappelle laterali e presbiterio: la torre campanaria all’esterno non è originaria, bensì ha preso il posto del precedente campanile a vela.
È perlopiù davanti a questa chiesa che si tengono il 20 gennaio i festeggiamenti per la Festa di San Sebastiano, uno degli eventi più importanti del comune di Curcuris, al termine dei quali viene acceso un grande falò attorno a cui la popolazione locale e i visitatori sono invitati a danzare.