Flussio (in sardo campidanese Frussìo) è un piccolo comune sull’altopiano della Planargia sopra la valle di Modolo, in provincia di Oristano, che conta poco meno di cinquecento abitanti. La floridezza del territorio si nota anche nell’etimologia del nome, che dovrebbe derivare dal sardo frusiu che significa pungitopo, una pianta particolarmente presente in queste zone (ma anche il nome non ufficiale che il paese aveva in passato, “ Mura de Figos ”, dovrebbe fare riferimento ad un’altra pianta, ossia il fico d’India, anch’esso assai presente nei dintorni di Flussio).

Del resto è dal terreno che si origina la gran parte dell’economia locale, con un’agricoltura che fornisce ottimi prodotti alimentari – si segnalano soprattutto la malvasia locale, tanto eccezionale da potersi fregiare del marchio D.O.C, e il mirto della Planargia, che merita senz’altro un assaggio – ma anche l’asfodelo, una pianta da cui, essiccata, si ricavano i tipici cestini famosi in tutta la Sardegna.

L’asfodelo viene raccolto in aprile, e poi viene messo ad essiccare in fasce lungo tutte le strade: chi visita il paese in questo periodo non può non notarlo, vista la sua onnipresenza che conferisce al paese un’atmosfera assolutamente tipica e particolare; a Flussio, i cestini vengono fatti comunque anche con altri materiali come la canna e il salice.

Nel territorio attorno al comune di Flussio non mancano resti archeologici che testimoniano le presenze umane del passato, come i nuraghi Giannas, Caddaris e Carcheras che risalgono all’età del Bronzo, e resti di costruzioni di età romana (c’è chi sostiene che da queste parti fosse presente un accampamento fortificato). All’interno del paese è presente la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, edificata nel XII ed in seguito modificata. Accanto ad essa, si trova una muraglia megalitica di età nuragica.

 
   
 
 

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