Cinquecento persone vivono a Gonnoscodina, piccolo centro in provincia di Oristano, il cui nome deriva da “ Gonnos ” (collina) e “ Codina ” (pietra) e che quindi significa “ collina di pietra ”. Siamo in effetti su un pendio collinare nel Campidano, in un terreno ricco sì di rilievi ma anche particolarmente adatto all’agricoltura, in virtù di un suolo particolarmente fertile e dell’abbondante disponibilità d’acqua presente nei fiumi, come il Rio Mogoro, e ruscelli della zona che hanno consentito all’uomo di insediarsi da queste parti fin dall’antichità.
Non sorprenderà quindi sapere che il territorio di Gonnoscodina è ricco di testimonianze archeologiche risalenti sin dalle età preistorica e nuragica (si segnala il Nuraghe Nurazzolu), così come quelle provenienti dal periodo romano (rappresentato da una piccola necropoli).
Il centro di Gonnoscodina sorge sul Rio Ischia, attraversato da un antico ponte dalla datazione incerta. La chiesa di San Daniele è senza dubbio il simbolo del paese e, come una vedetta che accoglie il visitatore, è situata prima dell’ingresso al paese, per cui è la prima cosa che gli ospiti vedono del comune di Gonnoscodina.
Ha una grande cupola – ispirata a grandi linee a quella del Pantheon – e custodisce al suo interno un altare di marmo. Il parco che la circonda è caratterizzato da una splendida e verdeggiante macchia mediterranea.