Il carnevale di Gavoi, comune situato nel cuore della Barbagia di Ollolai, in provincia di Nuoro, prende il via il giorno di giovedì grasso e viene chiamato in sardo logudorese anche jobia lardajola, perché in questa occasione era tradizione delle famiglie residenti nel paese preparare il tipico piatto delle fave con il lardo; usanza accompagnata dal raduno di centinaia di tamburini, chiamati Tumbarinos.
Questi strumenti musicali, simbolo dell’intera settimana del carnevale gavoese, sono tuttora costruiti a mano con pelli ovine e caprine; anche se in passato si arrivò ad utilizzare persino pelli di cane o di asino.
Per la realizzazione artigianale dei tamburi vengono riciclati vecchi setacci per la farina, forme in legno per il tipico pecorino o secchi di sughero dismessi e precedentemente usati per la mungitura e per cagliare il formaggio (sos malùnes).
Il carnevale di Gavoi è segnato da una serie di eventi caratteristici che attraggono numerosi turisti, vengono vissuti con grande partecipazione dalla popolazione locale e durano fino al mercoledì successivo l’inizio delle celebrazioni.
Questi particolari rituali pongono la musica al centro della festa, senza curarsi delle maschere tradizionali o dei travestimenti: il suono è la maschera.
Gli adulti e i bambini sfilano indossando un semplice abito di velluto e calzature dette cosinzos o cambales.
Il corteo al quale partecipa tutto il paese prende il via dal centro per poi snodarsi lungo le strade limitrofe al suono dei cosiddetti Tumbarinos di Gavoi, accompagnati dal piffero di canna (su pipiolu), il triangolo di ferro battuto (su triangulu) e uno strumento artigianale composto da una vescica di animale essiccata, rigonfiata come cassa di risonanza e fatta vibrare come fosse un violino (su tumborro).
La notte di martedì grasso, il fantoccio del re del carnevale gavoese, Zizzarone, viene bruciato come simbolo conclusivo dei festeggiamenti; a volte sul rogo finiscono anche i pupazzi che rappresentano la moglie, Mariana Frigonza, e il figlio Marieddu.
Il carnevale di Gavoi termina dopo un’intera notte di bagordi all’alba del mercoledì successivo, quando uomini chiamati intinghidores disegnano una croce con del sughero bruciato sulla fronte dei partecipanti.
Il suono delle campane (su toku de sa ritiru) segna la fine del carnevale e l’inizio ufficiale del periodo di Quaresima.