Gavino Contini nacque a Siligo, in provincia di Sassari, il 12 dicembre del 1855, in una zona antica del paese chiamata “ Su Runaghe ”. Compaesano di Maria Carta e Gavino Ledda, terminata la terza elementare, aiutò il padre nel lavoro, fece il pastore a Ploaghe e successivamente lavorò come servo presso le famiglie ricche di Siligo. Fin da subito, Gavino Contini mostrò un notevole interesse e una profonda passione verso la poesia e le letture storiche.
Nel 1875 si arruolò nel corpo delle Guardie Regie e venne ammesso presso la Corte Reale; in seguito partecipò ad una gara di poesia fatta per festeggiare il compleanno di Vittorio Emanuele II e vinse come premio una pensione vitalizia. Qualche anno più tardi, precisamente nel 1890, Gavino Contini dovette rientrare in terra sarda a causa di una malattia e, da quel momento, si dedicò solo ed esclusivamente alla poesia estemporanea: si esibì nelle piazze e fu molto richiesto per le gare poetiche.
La sua arte fu notevolmente apprezzata, tanto che venne definito “ De sos poetas su mastru ” ovvero il maestro dei poeti. Furono pubblicate due raccolte contenenti le sue poesie e, nel 1915, scrisse un breve dialogo che venne dato alle stampe nel 1929, a Sassari, col titolo in sardo logudorese Discursu de Gavinu Contini et sa morte chi benit a l’avvisare essende arrivada s’ora sua (Discorso di Gavino Contini e la morte che viene ad avvisarlo poiché è arrivata la sua ora), opera composta da ventidue ottave in cui il poeta immagina di dialogare con la morte e con Dio.
Gavino Contini morì il 24 luglio del 1915 e, ancora oggi, in ogni gara poetica viene esaltata ed elogiata la figura artistica di colui che è stato, senza alcun dubbio, uno dei più grandi poeti estemporanei sardi.