Sergio Atzeni nacque a Capoterra, in provincia di Cagliari, centro principale della propria Città Metropolitana, il 14 ottobre del 1952. Scrittore e giornalista italiano, si affacciò al mondo dell’informazione fin da giovane, collaborando con alcune importanti testate giornalistiche dell’isola. Figlio del segretario di federazione del Partito Comunista Italiano, già da ragazzo partecipò attivamente alla politica iscrivendosi al PCI.
Nel 1986, Sergio Atzeni abbandonò la terra sarda e viaggiò per l’Europa prima di fermarsi a Torino, dove si dedicò alla scrittura e iniziò a comporre le opere più importanti della sua carriera; come L’apologo del giudice bandito (1986), Il quinto passo è l’addio (1995), il capolavoro Passavamo sulla terra leggeri (1996) e Bellas Mariposas, pubblicato postumo, da cui il regista dorgalese Salvatore Mereu ha tratto l’omonimo film selezionato per il Festival Cinematografico di Venezia.
I suoi romanzi sono tutti ambientati in Sardegna e collocati temporalmente nei più disparati periodi storici dell’isola: dall’età nuragica a quella contemporanea. Sia per la sua attenzione alle classi sociali più umili che per la rivalutazione della lingua sarda, che influenza molto il suo italiano, Sergio Atzeni viene talvolta definito come una sorta di Verga sardo (ma, specialmente per la questione linguistica, viene accostato molto spesso anche a Camilleri).
Passavamo sulla terra leggeri, pubblicato dopo la sua morte, è considerato uno dei capolavori di Atzeni, ed è una rievocazione romanzata della storia isolana; il romanzo racchiude in sé riferimenti geografici, storici e alcune invenzioni narrative.
A pochissimo tempo dalla sua diffusione, l’opera divenne un riferimento culturale e letterario della Sardegna di quegli anni. Sergio Atzeni morì tragicamente nel 1995, a Carloforte, in seguito a un’incidente sugli scogli nel mare della sua amata Sardegna.