Il Monte Gonare, situato nei territori comunali di Orani e Sarule, in provincia di Nuoro, è un complesso montuoso alto 1.083 metri e formato da tre cime perfettamente coniche chiamate Gonare, Gonareddu (1.045 metri) e Punta Lotzori (976 metri).
Il massiccio, che prende il nome dal giudice di Torres Gonario II, è costituito prevalentemente da pareti scoscese di roccia calcarea e granito, ricoperte nelle aree pianeggianti da una fitta vegetazione lussureggiante. L’ecosistema floro-faunistico che arricchisce il territorio del Monte Gonare è costituito da specie vegetali e animali che rendono la formazione montuosa una zona di notevole importanza paesaggistica e naturalistica e, per questo motivo, inserita tra i siti di interesse comunitario (SIC) della Sardegna, al fine di salvaguardare e valorizzare la biodiversità del luogo.
La flora, che ricopre perlopiù gli spazi pianeggianti dell’altopiano, è composta da lecci, castagni, roverelle, agrifogli, rose di montagna, ellera terrestre, gigli marini e specie endemiche come l’asparago selvatico, lo zafferano minore, la betonica fetida, il gigaro sardo-corso, la menta, l’acino e la borragine di Sardegna.
Tra gli animali che popolano l’habitat del Monte Gonare, caratterizzato da un clima di tipo mediterraneo, si distinguono tra tutti il ferro di cavallo, la pernice sarda, il rinolofo maggiore, il miniottero e la raganella sarda.
Sulla cima più elevata del complesso montuoso venne fatto edificare – nella realtà dai monaci Basiliani e secondo la leggenda da Gonario II – un Santuario dedicato alla Madonna e chiamato Nostra Signora di Gonare, che da almeno otto secoli è meta di pellegrinaggi da parte di fedeli provenienti da ogni angolo della Sardegna; nonché teatro di uno degli eventi più suggestivi e sentiti dell’isola: la Festa della Madonna di Gonare, citata anche dalla scrittrice premio Nobel Grazia Deledda nel romanzo Le vie del male e organizzata ogni anno il 25 marzo, il 28 maggio e l’8 settembre dai comuni di Sarule e Orani.
Nel corso dell’ultima data viene celebrata una novena con canti in lingua sarda che precedono la funzione religiosa, seguita da un numero considerevole di fedeli che – attraversando antichi sentieri di montagna segnati da pietre da cui si ricava una polvere con presunte proprietà curative – si recano a piedi presso il santuario, collocato sulla punta più elevata del Monte Gonare, per rendere omaggio alla Vergine.