Il carnevale di Fonni, centro principale della regione storica della Barbagia di Ollolai, in provincia di Nuoro, è caratterizzato dalla figura delle antiche maschere tradizionali, chiamate S’Urthos e Sos Buttudos, che rappresentano la costante lotta dell’uomo contro gli elementi della natura.
Come quasi tutti i carnevali della Sardegna, e in particolare quelli barbaricini, anche il carnevale di Fonni inizia in occasione delle celebrazioni di Sant’Antonio Abate, quando – un’ora prima della rituale messa, durante il vespro (su pispiru) – viene acceso un unico grande falò; dopo la funzione, il sacerdote accompagna la statua del santo in processione, facendogli compiere tre giri intorno al fuoco e benedicendo sia il falò che il pane in sappa, tipico dolce della festa.
Infine entrano in scena le maschere tradizionali fonnesi: S’Urthos e sos Buttudos. Gli Urthos (gli orsi) di Fonni sono tra le maschere più spettacolari del carnevale sardo e rappresentano l’estrema ribellione nei confronti dei Buttudos, loro padroni e domatori.
Indossano pelli di montone o di caprone di colore bianco o nero e hanno un grosso campanaccio legato al collo, la faccia annerita dal sughero carbonizzato (s’inthiveddu) e sono tenuti al guinzaglio con una rumorosa catena di ferro.
I Buttudos vestono invece con un cappotto in orbace nero, indossato sopra un abito di velluto, portano ai piedi un paio di scarponi o gambali di cuoio e sulle spalle reggono il peso dei classici campanacci (sonaggias).
S’Urthos lottano continuamente nel tentativo di liberarsi dalle catene de Sos Buttudos, aggredendo uomini lungo il cammino e arrampicandosi ovunque nel tentativo di scappare.
Gli Urthos e i Buttudos sfilano con il costume, oltre che durante il tradizionale carnevale di Fonni, anche nel corso delle numerose manifestazioni folkloristiche che si svolgono ogni anno nell’isola, come la Cavalcata Sarda di Sassari, la Sagra del Redentore di Nuoro, la Sagra di Sant’Efisio a Cagliari e altre rassegne minori.