Michelangelo Pira, in sardo Mialinu Pira, nacque a Bitti, in provincia di Nuoro, nel 1928. Dopo la morte della madre si trasferì a Oschiri, in provincia di Sassari, per seguire il padre che svolgeva l’attività di pastore; successivamente si spostò a Sassari dove conseguì la maturità classica presso il Liceo Azuni. Terminate le scuole superiori, all’età di 19 anni esordì come giornalista con un articolo per “ La Nuova Sardegna ” e da quel momento iniziò a collaborare regolarmente con la stampa sarda e internazionale.
Nel 1956 si laureò in Lettere all’Università di Cagliari, con una tesi sul dialetto bittese; dal 1950 al 1957 fu dirigente del Partito Sardo d’Azione e, condizionato dagli studi di Antonio Pigliaru e Antonio Gramsci, concentrò il proprio pensiero e la propria attività sui temi della lingua e della cultura sarda: affrontò la questione del pericolo della morte della lingua sarda, poiché in disuso, e curò un reportage su alcuni aspetti antropologici della provincia di Nuoro.
Dal 1974, Michelangelo Pira fu docente di Antropologia culturale presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari e collaborò anche con la rivista “ Ichnusa ” e con numerosi periodici. Tra le opere redatte nel corso della sua vita, La rivolta dell’oggetto. Antropologia della Sardegna (1978) è considerata tra le più importanti, ma vale la pena menzionare anche Sardegna tra due lingue (1968); Paska Devaddis, per un teatro di sardi (1981); Sos Sinnos (1983), romanzo interamente scritto in sardo; Isalle (1996) e Il villaggio elettronico (1997).
Michelangelo Pira morì improvvisamente a Marina di Capitana, una frazione di Quartu Sant’Elena, il 5 giugno del 1980; a lui sono stati intitolati il liceo scientifico del suo paese natale e la sala di lettura della casa dello studente di Quartu Sant’Elena; portano il suo nome anche i Tenores di Bitti “ Mialinu Pira ”.