La Torre di Chia, situata a pochi metri dall’omonima spiaggia da un lato, e dalla spiaggia di Chia o Sa Colonia dall’altra, nel territorio comunale di Domus de Maria, in provincia del Sud Sardegna, è una delle centocinque torri di avvistamento costiere della Sardegna, costruite durante il periodo di occupazione spagnola con lo scopo di controllare e difendere le sponde dell’isola dalle minacce provenienti dal mare.
Eretta con molta probabilità intorno all’ultimo ventennio del Cinquecento, la Torre di Chia sorge su un promontorio in cui era anticamente situato il villaggio punico-romano di Bithia e, in seguito alla successiva costruzione dei due punti di vedetta chiamati Guardia di Gagnas e Guardia Grande di Chia, si trovava in diretto contatto visivo con la Torre di Malfatano a occidente e la Torre di Cala d’Ostia a oriente.
Denominata anche Torre de Santos Quarenta de Quia, la fortificazione aragonese veniva perlopiù utilizzata con funzioni di avvistamento e difesa immediata e presenta una struttura, in pietra calcarea e di medie dimensioni, sviluppata su tre piani: una cisterna, un ambiente adibito a deposito di armi e alloggio della guarnigione e una piazza d’armi con cannoniere.
Il vano intermedio della Torre di Chia era a sua volta diviso da un soppalco ligneo in cui venivano custodite le munizioni; al suo interno erano infine presenti un caminetto, tre feritoie, l’apertura d’ingresso e la scala scavata lungo le pareti murarie che consentiva di raggiungere la terrazza.
La Torre di Chia, attualmente conservata in buone condizioni, costituisce inoltre uno dei luoghi scelti per il progetto transnazionale FOR_ACCES – che interessa Sardegna, Liguria, Toscana e Corsica – sulla gestione, sostenibile e comune, delle antiche fortificazioni di difesa.