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Monte Ortobene

Il Monte Ortobene, situato all’ingresso della città di Nuoro, nella regione storica della Barbagia, è un antico massiccio granitico costituito da torri e vette, fatte in prevalenza di rocce antropomorfe e zoomorfe, alte poco più di novecentocinquanta metri sopra il livello del mare. Delimitato lungo i confini dal Rio Marreri, dal Fiume Cedrino, dalle valli di Isporisile, di Maria Fruenza, del Rio Lovuli e di Funtana ‘e Lidone, il Monte Ortobene è riconoscibile per la presenza sulla sua cima dell’imponente statua in bronzo del Cristo Redentore, costruita dallo scultore Vincenzo Jerace nel 1901 e al centro ogni anno dei riti religiosi che rappresentano il momento più importante dei tradizionali festeggiamenti legati all’omonima Sagra del Redentore.

La fitta e rigogliosa vegetazione del Monte Ortobene è caratterizzata dalla presenza di alcune delle specie tipiche della macchia mediterranea ed è principalmente costituita da querce, pini, ginepri rossi, filliree, lentischi, ginestre, agrifogli, corbezzoli, lavanda, ciclamini e orchidee; nei pressi delle sorgenti si possono trovare anche alcune specie di felce, mentre per quanto riguarda le entità faunistiche che popolano l’habitat del monte, vale la pena citare i cinghiali sardi, le donnole, le volpi sarde, il picchio rosso maggiore, il picchio rosso minore, il passero solitario, la magnanina sarda, il falco pellegrino e l’aquila reale.

Tra le pareti dell’Ortobene è altresì possibile effettuare alcune attività come escursioni, trekking e arrampicate, grazie ai sentieri facilmente percorribili – segnati dall’Ente Foreste della Sardegna, che permettono di immergersi e farsi trasportare nelle meraviglie della natura incontaminata e selvaggia. Percorrendo la discesa del Parco del Redentore è piuttosto frequente, soprattutto durante le belle giornate, imbattersi in una vista panoramica mozzafiato che si apre sulla vallata e sui suggestivi monti di Oliena e consente di intravedere in lontananza il mare della Baronia.

Il punto più panoramico del Monte Ortobene è il Cuccuru Nigheddi, che offre un raggio visivo esteso per diversi chilometri e da cui è possibile ammirare gran parte del territorio circostante; nel monte è inoltre presente un caratteristico santuario, noto come Chiesetta della Solitudine, realizzato negli anni Cinquanta sopra uno spazio su cui in precedenza era collocata un’altra piccola chiesa che, dal 1959 al 2007, ospitava le ceneri della scrittrice premio Nobel Grazia Deledda.

 
 
   
 
 

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